martedì 11 maggio 2010

La MoDa: un modo per sprimersi...

Se l'arte è un mezzo per esprimere il mondo interiore di ognuno di noi, si può allora affermare che anche la moda del 68 aveva la stessa funzione.Tramite questa infatti i ragazzi potevano esprimere l'insofferenza e la rabbia verso quel mondo capitalista e di "adulti".Il loro abbigliamento trasgressivo andava contro la società perbenista, nace il movimento hippy formato da ragazzi e ragazze che si vestivano con abiti a poco prezzo, colorati e imitavano il look dei neri, dei pellerossa perchè volevano esprimere la loro estraneità. Sono di questi anni: i pantaloni a fiori, il topless,l'ante-literam, l'uni-sex, il nud-look, il punk ed il grunge.
Per le donne-->Nel 64' l'americano Rudy Gernereich inventò il monokini, un costume da bagno intero ma a seno nudo.Qualche anno dopo a Londra Mary Quant inventava la minigonna, gli skinny rivers che sono dei maglioncini attillatissimi, i coloro fosforescenti ispirati alla Pop Art, i collant variopinti. Curreges presentava la collezione "Età spaziale",mini abiti da cosmonauta, trasparenti e con l'oblò. A Parigi, invece Paco Rabanne realizzava il primo vestito di palstica e capi in dischi di metallo e maglie di ferro.
Per gli uomini--> Pantaloni e camicie a fiori,giacche edoardiane, vecchi merletti e chili di catene poste attorno al collo e legate intorno alla vita, e soprattutto i giubbotti di pelle.Un'altro capo simbolo di quegli anni è l'eskimo ,un giubbotto da cui il nome proviene dagli abitanti del circolo polare artico è stato il simbolo del proletariato in quanto il suo prezzo era basso.Questo capo in pelo sintetico, è divenuto famoso grazie alle rivolte studentesche ,era il simbolo del riconoschimento per chi era di sinistra, e il simbolo della classe proletaria.Da un pezzo di una canzone di Francesco Guccini,chiamata appunto "Eskimo":
"Portavo allora un eskimo innocente, dettato solo dalla povertà".
Si può quindi affermare che anche la moda è stata una rivoluzione dove diversi stili (aggressivo, romantico, utopico....) si mescolavano, tutti uniti dal pensiero e dalla ragione di combattere; da qui la rottura con il passato e il rifiuto del perbenismo.
Erano i ragazzi di strada i veri stilisti, crearono una moda che nasceva dalla loro rabbia e dal loro mondo interiore.

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